venerdì 1 luglio 2011

Lentinismo finale


Ogni gioco è bello quando dura poco. Questo blog arriva oggi al centesimo post, e penso sia abbastanza. Perciò vi ringrazio e vi saluto, concludendo con un documento che mostra come, quasi 30 anni fa, il seme era già stato gettato.
Grazie a tutti.


“È un bimbo dai molteplici interessi culturali e di ogni argomento che si viene svolgendo fa un oggetto di ricerca personale. Con le sue capacità di memorizzare particolari e di ambientare episodi nel senso storico e geografico riesce sempre ad aggiungere qualcosa di valido e di positivo. Primeggia in classe per le sue osservazioni e per le pronte risposte. Ciò, se da un lato è certamente motivo di orgoglio e di appagamento del suo amore per lo studio, dall’altro può far sorgere piccoli sensi di gelosia fra alcuni compagni meno pronti di lui che maturano pensieri e danno risposte in un tempo più lungo. Se Paolo saprà comprendere e rispettare le personalità degli altri, trarrà maggiore motivo di gioia nel vivere in compagnia. Le sue capacità gli fanno raggiungere livelli ottimali in ogni disciplina.”

(Dalla mia pagella di III elementare, 1983. La foto è appena precedente)

Lentinismo apocalittico


Armageddon è un purissimo esempio di americanata fracassona. Bruce Willis, eroe a stelle e strisce, in ogni frase ostenta tostaggine e coraggio. Ma c’è una battuta che va davvero oltre ogni pudore. Quando Bruce Willis è nello spazio e, in un momento drammatico, si collega con la Nasa, e fa il verso alla famosa battuta di Apollo 13, (“Houston, abbiamo un problema”).

Lentinismo marine


Ronald Lee Ermey, ex sergente istruttore dei Marines, fu chiamato come consulente per il ruolo del tremendo sergente Hartman nel film Full Metal Jacket. Si presentò con un video in cui insultava i suoi uomini per un quarto d’ora ininterrottamente, proponendosi come attore perché, a suo dire, i soldati non erano sufficientemente credibili. Il regista iniziò a spiegargli che non era convinto. 
Ermey allora urlò a Kubrick (lo ripeto: a Stanley Kubrick): “Alzati in piedi quando parli con me!” Kubrick scattò istintivamente sull’attenti per qualche secondo, prima di rendersi conto della situazione.
Ermey ebbe la parte.

Per chi volesse rivedersi la sua strepitosa esibizione:

giovedì 30 giugno 2011

Lentinismo swing


Il Rat Pack erano negli anni ‘50 Frank Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis jr. e altri loro amichetti, cantanti e attori: rappresentavano l’epitome di ciò che oggi chiameremmo cool, collezionando donne, premi Oscar, ettolitri di gin, risse e altre cosucce. Contando sul fatto di essere amici della Mafia, e quindi al di sopra della legge, persero leggermente il senso delle proporzioni.
A Las Vegas, il loro hobby era lanciare le ballerine contro le vetrate del Caesar Palace per vedere se le vetrate reggevano.
E tutto in impeccabile smoking. Altro che i gangsta di oggi.

giovedì 23 giugno 2011

Lentinismo e le storie tese


Salire sul palco di Sanremo a spaccare le chitarre e mandare a cagare il pubblico, come fecero i Placebo, è da fessacchiotti.
Salire sul palco di Sanremo, gridare “Figa!” a squarciagola e farsi applaudire dai gonzi presenti, che non hanno capito nulla, è decisamente più chic.

(Il momento clou è a 3’ 30”, ma tutta l’esibizione merita).

mercoledì 22 giugno 2011

Lentinismo sardo


Francesco Cossiga è uomo degno di essere ricordato: non solo per aver contribuito a tirar su la Prima Repubblica, o per aver avuto sulla coscienza qualche studente ammazzato qua e là, o per aver seriamente rischiato di passare diretto dal Quirinale al manicomio. Ma per essere stato un sardo, un super sardo, un campione di sardità. Intesa come orgoglioso legame alle proprie origini, e soprattutto ferocia nel difenderlo e grande cattiveria verbale.
Un giorno il senatore Pera sparò in aula un paragone da brividi: “I pastori sardi che commettono abigeato lo fanno magari spinti dalla fame, mentre lei commette un abigeato di voti: è un ladro di democrazia”. 
Cossiga ci pensò su, poi rispose: “Tra i miei antenati ci sono stati pastori quindi sicuramente anche ladri, e ne sono fiero. Quanto al senatore Pera, le ricordo che un tempo si davano i cognomi di cose inanimate a chi aveva incerte origini. Lo invito perciò a riflettere sul mestiere delle sue antenate.”
Ajò!

martedì 21 giugno 2011

Lentinismo animalesco


Qual è l’animale più aggressivo al mondo? Squalo? Tigre? È il tasso del miele, signori: nonostante il dolce nome è una bestiaccia solitaria e aggressiva. Lungo un metro, mangia di tutto, letteralmente: sale sugli alberi a razziare nidi, scava sotto terra, è capace di abbattere bufali e gnu (tecnica preferita: stacca loro le palle a morsi e aspetta che muoiano dissanguati), non si fa problemi a litigare con leoni e leopardi Si azzuffa con gli sciacalli per rubare loro le carogne. Ma dà il meglio di sé coi serpenti velenosi: li attacca, fregandosene dei morsi, e se li mangia, ghiandola del veleno compresa. Invece di cadere stecchito, come succederebbe a chiunque altro, il tasso del miele cade svenuto, si fa due ore a ronfare, poi si alza e se ne va come se nulla fosse. Queste ed altre scelleratezze nel video che segue:


Se fosse un animale domestico, probabilmente vi ruberebbe l'auto e vi abbandonerebbe in autostrada d’estate.