giovedì 9 giugno 2011

Lentinismo coreano


Uno dei governi più assurdi al mondo è in Corea del Nord, caso unico di monarchia assoluta comunista per diritto divino. Si sa, infatti, che dopo la morte del leader storico Kim Il Sung, ufficialmente Grande Leader, è stato “eletto” al suo posto il posto il figlio Kim Jong Il, ufficialmente Caro Leader.
La realtà è però leggermente diversa e, se possibile, ancora più esagerata: il figlio ha infatti un incarico minore, almeno formalmente, in quanto la carica più alta è stata attribuita per sempre al defunto padre, che così, oltre a Grande Leader, ha il titolo di Presidente Eterno.
Non male, no? Governare la propria nazione anche dopo morti.
Ci sarebbe da non dormire la notte se questi matti avessero la bomba atomica.

(Ops: ce l’hanno, ce l’hanno!)

mercoledì 8 giugno 2011

Lentinismo lacustre


Per diventare il più grande del dopo Jordan non basta avere talento. O coraggio. O nervi d’acciaio. 
Devi credere davvero di essere intoccabile per grazia divina. E Kobe Bryant lo dimostra alla grande.


martedì 7 giugno 2011

Lentinismo musulmano


Rimaniamo in tema “monoteisti dal cuore d’oro”. Quest’altro signore si chiamva Omar, e nella vita faceva il califfo. Quando i suoi generali conquistarono la Biblioteca di Alessandria, che non era esattamente la Feltrinelli sotto casa, gli chiesero che fare di quella mole mostruosa di libri. Da vero amico della cultura rispose “In quei libri o ci sono cose già presenti nel Corano, allora sono inutili, o ci sono cose non presenti nel Corano, e allora sono dannose.”
Risultato: i soldati usarono i libri per alimentare le caldaie dei bagni. Per sei mesi.

Il sogno di ogni liceale.

Lentinismo cattolico


Questo signore si chiamava Arnaud Amaury. Di mestiere faceva l’abate, finché il papa gli dette l’incarico di reprimere una delle tante eresie dell’epoca, quella dei càtari. Da buon cattolico, allora, Amaury bandì una simpatica crociata, finché non si trovò di fronte alla città di Beziers, 20.000 abitanti, a maggioranza cattolica, ma con parecchi eretici nella popolazione.
Amaury dette l’ordine di sterminare l’intera popolazione. Ma uno degli ufficiali delle sue truppe chiese, giustamente, come distinguere i bravi fedeli dagli eretici.
Amaury risolse il problema con sottigliezza e umanità.
“Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi.”
Che sagoma!

lunedì 30 maggio 2011

Lentinismo mondiale


Mettiamo che ci sia un evento sportivo importante. Che so, una finale dei Mondiali di calcio. Mettiamo che la finale sia giocata dall’Italia contro, che so, la Francia. Perché guardarla a Milano come tutti, rischiando di trovarsi in mezzo a caotici festeggiamenti di piazza? Meglio rischiarsela, noleggiare un’auto con 3 amici e andare, che so, a Nizza. E vedersela sul maxi schermo in piazza, attorniati da migliaia di Francesi. Dove, se si dovesse vincere, gli si potrebbe gridare in faccia “Campioni del mondo, merde!”, protetti da un cordone di poliziotti a dir poco scocciati. Correndo come unico rischio quello di prendersi, che so, una bottiglia in testa. Ma con la possibilità di passare la notte in auto su e giù per la Costa Azzura muta e buia, urlando come invasati, e tornare all’alba in una Milano silenziosissima, chiusa in casa a smaltire. Si fa per dire, eh.

martedì 24 maggio 2011

Lentinismo surrealista


Nel 1926 Salvador Dalì si rifiutò di sostenere gli esami all’Accademia di Belle Arti: sosteneva che nessuno dei professori fosse degno di valutarlo. Che è una delle scuse che tutti hanno sognato di giocarsi una volta nella vita. Difficile però pensare che fosse una scusa, dal momento che Dalì fu espulso dall’Accademia e fu chiamato sotto le armi. E ho idea che la naja nella Spagna del ’26 non fosse uno scherzo.
Presuntuoso e coerente.

venerdì 20 maggio 2011

Lentinismo pugilistico


Mohammed Alì è stato il più grande pugile di sempre. Forse anche il più grande atleta di sempre. A parte queste inezie, è considerato l’inventore del trash talking, l’arte di far saltare i nervi all’avversario e minarne le sicurezze attraverso una serie di insulti personali e di dichiarazioni arroganti. Un’arte in cui oggi sono bravissimi i cestisti dell’NBA.
Alì fu non solo il primo, ma il più bravo. Ci sono aneddoti a non finire sulle sue performance verbali. Dovendone scegliere uno, quest’uscita mi sembra abbastanza indicativa per far capire il suo stile:

“Joe Frazier è troppo brutto per essere campione. Joe Frazier è troppo stupido per essere campione. Il campione dei massimi deve essere intelligente e grazioso come me!

Dopo di che saliva sul ring, a volare come una farfalla e a pungere come un'ape.