lunedì 31 gennaio 2011

Lentinismo gerarchico


Aldo Cernuto è uno dei creativi più premiati d’Italia, con in carriera alcuni risultati quasi irrilevanti (una mezza dozzina di leoni di Cannes) ed alcuni ben più prestigiosi (è stato il mio capo per quattro anni, cosa per cui nella foto sta ricevendo le congratulazioni di un oscuro uomo politico russo).
Durante una presentazione interna, in uno di quelli che i diplomatici chiamano “franchi confronti”, sosteneva che una mia proposta fosse sbagliata.
Io: è giusta.
Lui: è sbagliata.
Io, acidissimo: inutile che ne discutiamo. Non mi devi convincere, il capo sei tu, quindi decidi tu. Ma resta giusta.
Lui, serafico: se sono il tuo capo, è perché io capisco che è sbagliata, e tu no.

Chapeau.

(Comunque era giusta, fidatevi.)

venerdì 28 gennaio 2011

Lentinismo bollywoodiano


Il cinema indiano ha una lodevole tendenza all’esagerazione e alla megalomania, al di là di estetica e buon senso. Però diciamocelo, certi balletti fanno ridere per i primi trenta secondi, ma stufano presto. Se però ci aggiungiamo un po’ di tecnologia, il risultato è questo qui: il film "Robot", ovvero Terminator + Matrix elevato al cubo, dove ogni dieci secondi pensi “e ora cos’accidenti si inventano?”







Guardatene solo l'inizio. Vediamo se riuscite a non spararvi tutta la clip.



martedì 25 gennaio 2011

Lentinismo maggiorato


Probabilmente, vista la caratura del soggetto, è stato un caso di lentinismo involontario.
Ma resta fantastica nello spirito la dichiarazione di Valeria Marini, quando nel 2009 uscirono sue foto di con evidenti problemi di cellulite: “Fisicamente sono in gran forma, non ho un filo di grasso, le foto che mi hanno scattato in spiaggia sono state appositamente ritoccate!”.

mercoledì 19 gennaio 2011

Lentinismo sessantottino

Qualcuno considera come inizio del '68 la cosiddetta battaglia di Valle Giulia: quando, cioè, per la prima volta gli studenti, invece di prenderle dalla polizia come sempre, contrattaccarono efficacemente.
Il fatto destò grande scalpore. 
Pasolini, intellettuale di sinistra, pubblicò una poesia, "Il PCI ai giovani", in cui fra le varie cose scriveva 
"Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano (come ancora si dice nel linguaggio goliardico) il culo. Io no, cari. Avete facce di figli di papà. Vi odio come odio i vostri papà." 
"A Valle Giulia, ieri, si è così avuto un frammento di lotta di classe: e voi, cari (benché dalla parte della ragione) eravate i ricchi, mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto) erano i poveri."

Al di là dell'opinione su quei versi, che reputo comunque molto lucidi, trovo notevole il coraggio che Pasolini mostrò andando DAVVERO controcorrente (parola molto abusata): la sinistra, manco a dirlo, si imbufalì. 
E chissà quanto furono felici i poliziotti nell'essere difesi da un poeta frocio e comunista.

martedì 18 gennaio 2011

Lentinismo vocale


Forse non tutti sanno che la famosa voce fuori campo degli spot Barilla è stata in passato anche una cantante. Scherzi a parte, per Mina fu scritta la canzone più lentinista di tutti i tempi. Una canzone dalle parole in fondo stupide, che magnificano le sue doti vocali, resa comunque splendida dal modo in cui la esegue. Una dichiarazione oggettivamente molto presuntuosa, che però si rivela del tutto inattaccabile nel momento in cui viene fatta: praticamente una tautologia interpretativa.
Rigodetevi (live!) questa geniale sbruffonata, che ha come unica pecca l’aver generato una pletora di tentativi di imitazione. Mentre Mina si permette, a 1’53”, un delizioso sguardo annoiato da se stessa: “che ci posso fare se sono così brava?”


Ah, per la cronaca: qui aveva 26 anni.

venerdì 14 gennaio 2011

Lentinismo finanziario


Si può avere un atteggiamento lentinista senza fare sostanzialmente nulla? Si può, se si ha a che fare con Stefano Salvi, il fastidiosissimo “vice Gabibbo” che anni inseguiva vari personaggi con interviste al limite della molestia, provocando spesso reazioni violente (famoso un “non rompa i coglioni a me” di Montanelli).
Si può, soprattutto, se si è Enrico Cuccia, cioè il potentissimo custode della finanza italiana per mezzo secolo, un incrocio fra Andreotti, Fu Manchu e la Sfinge.
Godetevi questa strepitosa intervista (?), qui ripresa dai titoli di testa di un film. Purtroppo manca il finale, in cui Cuccia arriva in ufficio e due robusti uscieri si prendono prontamente cura di Salvi.



Poi per carità: molte domande meritavano certamente una risposta. Ma a livello di stile, Cuccia l’ha annichilito, superbamente inaccessibile.



martedì 11 gennaio 2011

Lentinismo live


Uomini della security che se la prendono col pubblico? Troppi.
Cantanti che se la prendono col pubblico? Tanti.
Uomini della security che se la prendono coi cantanti? Pochissimi.
Ma credo ce ne sia stato uno solo che non si è fatto problemi a prendere a calci e pugni un’icona del rock, gridandogli pure di tutto. 
Della serie: non m’importa chi sei, io massacro pure te.

Saltate pure i primi due minuti del video.


Sento che a un certo momento gli ha pure detto "sparati".

lunedì 10 gennaio 2011

Lentinismo cestistico


Nei film e telefilm americani le partite di basket finiscono sempre allo stesso modo, con il punteggio deciso all’ultimo tiro scoccato all’ultimo secondo, e la palla che gira sull’anello del canestro per mezz’ora. Per fortuna in realtà il canestro è uno sport che regala vittorie molto più lentiniste. 
Nel 1991, ad esempio, i Chicago Bulls demolirono i Detroit Pistons. I Pistons, detti “bad boys” per il loro gioco molto muscolare e aggressivo, avevano vinto i precedenti due titoli, ogni volta stroncando i Bulls sul cammino. Ma quell’anno segnò la svolta: Michael Jordan e i suoi compagni erano ormai maturi (di lì a poco avrebbero vinto il primo dei loro tre titoli di fila), e si liberarono della loro bestia nera con un netto 4-0. Nell’ultima gara li umiliarono al punto che i Pistons lasciarono il campo alcuni secondi PRIMA della fine, pur di non stringere la mano ai vincitori: a Roma si dice “rosicare”. Altro che canestro all’ultimo secondo, quella sì che è una vittoria.


La scena comincia a 3’05”

giovedì 6 gennaio 2011

Lentinismo capitale


Un condannato a morte ha di fronte a sé la chance per un’uscita di scena alla grande: davanti al boia chi ha davvero spirito lentinista nella vene può lasciare un’eredità immortale con un’ultima, epica dichiarazione.
Carl Panzram, ad esempio, serial killer con una storia criminale spaventosa, fu condannato all’impiccagione, e come ultime parole lasciò “Sbrigatevi! Ne potrei accoppare altri dieci mentre state qui a cazzeggiare.”
Non male, ma fece anche meglio un certo James French, un uomo cui non difettava il senso dell’umorismo. Condannato all’ergastolo, decise che voleva morire, ma aveva paura di suicidarsi. Ebbe perciò la bella idea di accoppare il proprio compagno di cella, guadagnandosi così la sedia elettrica.
Le ultime parole di French furono “Hey, how about this for a headline for tomorrow’s paper? FRENCH FRIES!”

martedì 4 gennaio 2011

Wikilentinismo

Sì, lo so, fin troppo scontato: ma quando uno ha fatto incazzare l’uomo più potente del mondo tanto che organizza una task force contro di lui, quando è ricercato in 188 nazioni (a proposito: quali saranno le 13 non interessate?) e poi lo beccano solo perché si costituisce, quando fa saltare tutte le regole scritte e non scritte di privacy e diplomazia piantando un casino mai visto, è chiaro che quello è il lentinista dell'anno appena finito.