venerdì 1 luglio 2011

Lentinismo finale


Ogni gioco è bello quando dura poco. Questo blog arriva oggi al centesimo post, e penso sia abbastanza. Perciò vi ringrazio e vi saluto, concludendo con un documento che mostra come, quasi 30 anni fa, il seme era già stato gettato.
Grazie a tutti.


“È un bimbo dai molteplici interessi culturali e di ogni argomento che si viene svolgendo fa un oggetto di ricerca personale. Con le sue capacità di memorizzare particolari e di ambientare episodi nel senso storico e geografico riesce sempre ad aggiungere qualcosa di valido e di positivo. Primeggia in classe per le sue osservazioni e per le pronte risposte. Ciò, se da un lato è certamente motivo di orgoglio e di appagamento del suo amore per lo studio, dall’altro può far sorgere piccoli sensi di gelosia fra alcuni compagni meno pronti di lui che maturano pensieri e danno risposte in un tempo più lungo. Se Paolo saprà comprendere e rispettare le personalità degli altri, trarrà maggiore motivo di gioia nel vivere in compagnia. Le sue capacità gli fanno raggiungere livelli ottimali in ogni disciplina.”

(Dalla mia pagella di III elementare, 1983. La foto è appena precedente)

Lentinismo apocalittico


Armageddon è un purissimo esempio di americanata fracassona. Bruce Willis, eroe a stelle e strisce, in ogni frase ostenta tostaggine e coraggio. Ma c’è una battuta che va davvero oltre ogni pudore. Quando Bruce Willis è nello spazio e, in un momento drammatico, si collega con la Nasa, e fa il verso alla famosa battuta di Apollo 13, (“Houston, abbiamo un problema”).

Lentinismo marine


Ronald Lee Ermey, ex sergente istruttore dei Marines, fu chiamato come consulente per il ruolo del tremendo sergente Hartman nel film Full Metal Jacket. Si presentò con un video in cui insultava i suoi uomini per un quarto d’ora ininterrottamente, proponendosi come attore perché, a suo dire, i soldati non erano sufficientemente credibili. Il regista iniziò a spiegargli che non era convinto. 
Ermey allora urlò a Kubrick (lo ripeto: a Stanley Kubrick): “Alzati in piedi quando parli con me!” Kubrick scattò istintivamente sull’attenti per qualche secondo, prima di rendersi conto della situazione.
Ermey ebbe la parte.

Per chi volesse rivedersi la sua strepitosa esibizione:

giovedì 30 giugno 2011

Lentinismo swing


Il Rat Pack erano negli anni ‘50 Frank Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis jr. e altri loro amichetti, cantanti e attori: rappresentavano l’epitome di ciò che oggi chiameremmo cool, collezionando donne, premi Oscar, ettolitri di gin, risse e altre cosucce. Contando sul fatto di essere amici della Mafia, e quindi al di sopra della legge, persero leggermente il senso delle proporzioni.
A Las Vegas, il loro hobby era lanciare le ballerine contro le vetrate del Caesar Palace per vedere se le vetrate reggevano.
E tutto in impeccabile smoking. Altro che i gangsta di oggi.

giovedì 23 giugno 2011

Lentinismo e le storie tese


Salire sul palco di Sanremo a spaccare le chitarre e mandare a cagare il pubblico, come fecero i Placebo, è da fessacchiotti.
Salire sul palco di Sanremo, gridare “Figa!” a squarciagola e farsi applaudire dai gonzi presenti, che non hanno capito nulla, è decisamente più chic.

(Il momento clou è a 3’ 30”, ma tutta l’esibizione merita).

mercoledì 22 giugno 2011

Lentinismo sardo


Francesco Cossiga è uomo degno di essere ricordato: non solo per aver contribuito a tirar su la Prima Repubblica, o per aver avuto sulla coscienza qualche studente ammazzato qua e là, o per aver seriamente rischiato di passare diretto dal Quirinale al manicomio. Ma per essere stato un sardo, un super sardo, un campione di sardità. Intesa come orgoglioso legame alle proprie origini, e soprattutto ferocia nel difenderlo e grande cattiveria verbale.
Un giorno il senatore Pera sparò in aula un paragone da brividi: “I pastori sardi che commettono abigeato lo fanno magari spinti dalla fame, mentre lei commette un abigeato di voti: è un ladro di democrazia”. 
Cossiga ci pensò su, poi rispose: “Tra i miei antenati ci sono stati pastori quindi sicuramente anche ladri, e ne sono fiero. Quanto al senatore Pera, le ricordo che un tempo si davano i cognomi di cose inanimate a chi aveva incerte origini. Lo invito perciò a riflettere sul mestiere delle sue antenate.”
Ajò!

martedì 21 giugno 2011

Lentinismo animalesco


Qual è l’animale più aggressivo al mondo? Squalo? Tigre? È il tasso del miele, signori: nonostante il dolce nome è una bestiaccia solitaria e aggressiva. Lungo un metro, mangia di tutto, letteralmente: sale sugli alberi a razziare nidi, scava sotto terra, è capace di abbattere bufali e gnu (tecnica preferita: stacca loro le palle a morsi e aspetta che muoiano dissanguati), non si fa problemi a litigare con leoni e leopardi Si azzuffa con gli sciacalli per rubare loro le carogne. Ma dà il meglio di sé coi serpenti velenosi: li attacca, fregandosene dei morsi, e se li mangia, ghiandola del veleno compresa. Invece di cadere stecchito, come succederebbe a chiunque altro, il tasso del miele cade svenuto, si fa due ore a ronfare, poi si alza e se ne va come se nulla fosse. Queste ed altre scelleratezze nel video che segue:


Se fosse un animale domestico, probabilmente vi ruberebbe l'auto e vi abbandonerebbe in autostrada d’estate.

giovedì 9 giugno 2011

Lentinismo coreano


Uno dei governi più assurdi al mondo è in Corea del Nord, caso unico di monarchia assoluta comunista per diritto divino. Si sa, infatti, che dopo la morte del leader storico Kim Il Sung, ufficialmente Grande Leader, è stato “eletto” al suo posto il posto il figlio Kim Jong Il, ufficialmente Caro Leader.
La realtà è però leggermente diversa e, se possibile, ancora più esagerata: il figlio ha infatti un incarico minore, almeno formalmente, in quanto la carica più alta è stata attribuita per sempre al defunto padre, che così, oltre a Grande Leader, ha il titolo di Presidente Eterno.
Non male, no? Governare la propria nazione anche dopo morti.
Ci sarebbe da non dormire la notte se questi matti avessero la bomba atomica.

(Ops: ce l’hanno, ce l’hanno!)

mercoledì 8 giugno 2011

Lentinismo lacustre


Per diventare il più grande del dopo Jordan non basta avere talento. O coraggio. O nervi d’acciaio. 
Devi credere davvero di essere intoccabile per grazia divina. E Kobe Bryant lo dimostra alla grande.


martedì 7 giugno 2011

Lentinismo musulmano


Rimaniamo in tema “monoteisti dal cuore d’oro”. Quest’altro signore si chiamva Omar, e nella vita faceva il califfo. Quando i suoi generali conquistarono la Biblioteca di Alessandria, che non era esattamente la Feltrinelli sotto casa, gli chiesero che fare di quella mole mostruosa di libri. Da vero amico della cultura rispose “In quei libri o ci sono cose già presenti nel Corano, allora sono inutili, o ci sono cose non presenti nel Corano, e allora sono dannose.”
Risultato: i soldati usarono i libri per alimentare le caldaie dei bagni. Per sei mesi.

Il sogno di ogni liceale.

Lentinismo cattolico


Questo signore si chiamava Arnaud Amaury. Di mestiere faceva l’abate, finché il papa gli dette l’incarico di reprimere una delle tante eresie dell’epoca, quella dei càtari. Da buon cattolico, allora, Amaury bandì una simpatica crociata, finché non si trovò di fronte alla città di Beziers, 20.000 abitanti, a maggioranza cattolica, ma con parecchi eretici nella popolazione.
Amaury dette l’ordine di sterminare l’intera popolazione. Ma uno degli ufficiali delle sue truppe chiese, giustamente, come distinguere i bravi fedeli dagli eretici.
Amaury risolse il problema con sottigliezza e umanità.
“Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi.”
Che sagoma!

lunedì 30 maggio 2011

Lentinismo mondiale


Mettiamo che ci sia un evento sportivo importante. Che so, una finale dei Mondiali di calcio. Mettiamo che la finale sia giocata dall’Italia contro, che so, la Francia. Perché guardarla a Milano come tutti, rischiando di trovarsi in mezzo a caotici festeggiamenti di piazza? Meglio rischiarsela, noleggiare un’auto con 3 amici e andare, che so, a Nizza. E vedersela sul maxi schermo in piazza, attorniati da migliaia di Francesi. Dove, se si dovesse vincere, gli si potrebbe gridare in faccia “Campioni del mondo, merde!”, protetti da un cordone di poliziotti a dir poco scocciati. Correndo come unico rischio quello di prendersi, che so, una bottiglia in testa. Ma con la possibilità di passare la notte in auto su e giù per la Costa Azzura muta e buia, urlando come invasati, e tornare all’alba in una Milano silenziosissima, chiusa in casa a smaltire. Si fa per dire, eh.

martedì 24 maggio 2011

Lentinismo surrealista


Nel 1926 Salvador Dalì si rifiutò di sostenere gli esami all’Accademia di Belle Arti: sosteneva che nessuno dei professori fosse degno di valutarlo. Che è una delle scuse che tutti hanno sognato di giocarsi una volta nella vita. Difficile però pensare che fosse una scusa, dal momento che Dalì fu espulso dall’Accademia e fu chiamato sotto le armi. E ho idea che la naja nella Spagna del ’26 non fosse uno scherzo.
Presuntuoso e coerente.

venerdì 20 maggio 2011

Lentinismo pugilistico


Mohammed Alì è stato il più grande pugile di sempre. Forse anche il più grande atleta di sempre. A parte queste inezie, è considerato l’inventore del trash talking, l’arte di far saltare i nervi all’avversario e minarne le sicurezze attraverso una serie di insulti personali e di dichiarazioni arroganti. Un’arte in cui oggi sono bravissimi i cestisti dell’NBA.
Alì fu non solo il primo, ma il più bravo. Ci sono aneddoti a non finire sulle sue performance verbali. Dovendone scegliere uno, quest’uscita mi sembra abbastanza indicativa per far capire il suo stile:

“Joe Frazier è troppo brutto per essere campione. Joe Frazier è troppo stupido per essere campione. Il campione dei massimi deve essere intelligente e grazioso come me!

Dopo di che saliva sul ring, a volare come una farfalla e a pungere come un'ape.



giovedì 12 maggio 2011

Lentinismo X


No al sesso occasionale, all’alcool, al tabacco e soprattutto alle droghe: non è una campagna di Giovanardi, ma l’essenza dello Straight edge, un movimento nato nell’ambito punk californiano dei primi anni ’80. Gli straight edge si riconoscevano per le “X” che si disegnavano sui dorsi delle mani, in omaggio al metodo usato per “marchiare” i minorenni che in quanto tali non avevano accesso all’alcool nei locali. La cosa bella è che non avevano un approccio pacifico e conciliante, ma estremamente aggressivo, a volte persino violento. Si drogano solo i perdenti, (parola che in America è marchio d’infamia): noi abbiamo di meglio da fare, siamo più cattivi di voi e delle vostre patetiche pippatine e spacchiamo molto di più.

lunedì 9 maggio 2011

Lentinismo gobbo


Ci fu un’epoca in cui la Juventus non era sinonimo di partite rubate e arbitri chiusi negli spogliatoi, nè di partite rubate e doping, ma solo di partite rubate e di quello che veniva definito “stile Juve”: un misto di snobismo, innato senso di superiorità e qualche gesto di classe. Il massimo esponente dello stile Juve fu probabilmente Michel Platini, protagonista nel 1985 di un gesto sottilmente lentinista.
Nella finale della Coppa Intercontinentale segnò un goal bellissimo che fu ingiustamente annullato (ingiustamente! Alla Juve! Che tempi!)
Come protesta, invece di una delle reazioni scomposte e teatrali che tanto si usano ora, si stese semplicemente sul campo, come una statua classica. Un gesto fortissimo, come a dire “non gioco più”, ma meraviglioso perché non passibile di sanzione: da nessuna parte, infatti, il regolamento del calcio vieta di sdraiarsi per terra. Sublime.


Il gesto più famoso dell’altro grandissimo francese, invece, come tutti sanno è una volgare testata: non ci sono più i Francesi di una volta.

giovedì 5 maggio 2011

Lentinismo filosofico


Max Stirner è stato un filosofo tedesco dell’800. Poco conosciuto, difficile da catalogare. Rifiutava ogni corrente, ideologia, morale, religione: per lui sono tutte superstizioni. 
Conta solo l’egoismo. Solo se stesso è sacro.

Il suo libro “L’unico e la sua proprietà” è abbastanza tosto ma ha un gran pregio: quali che siano le vostre idee, vi farà probabilmente incazzare. Non so davvero perché i nazisti non gli abbiano dato l'onore di inserirlo fra i libri da bruciare. 

martedì 3 maggio 2011

Lentinismo subsonico


Prendere l’accusa più classica e fastidiosa che un gruppo possa sentire, quella di non essere più stati all’altezza del proprio album migliore nel proseguio della carriera.
Fare diventare quell’accusa il ritornello di una canzoncina demenziale (“Non siete riusciti a bissare Microchip emozionale”).
Chiedere ai propri fan di contribuire alla stesura del testo, trasformandolo in una serie di accuse, e quindi un elogio del fallimento.
Trasformare la canzoncina in una canzone vera, che dal vivo funziona eccome.
Non sarà Frank Zappa, ma merita un elogio.

giovedì 28 aprile 2011

Lentinismo giocherellone


Nel primo dei 425365 film dell’era moderna su Batman, (quello di Tim Burton), Nicholson è un perfetto Joker, e si presenta subito alla grandissima, in un breve ma efficace scambio di battute con Jerry Hall.

Andate al secondo 0’ 51” del trailer


(In italiano: “Sei in gran forma!” “Non te l’ho chiesto”)

mercoledì 27 aprile 2011

Lentinismo pubblicitario


Aneddoto su Sir Frank Lowe, uno dei grandi della pubblicità.
Festa in un’agenzia pubblicitaria. Una segretaria sale in ascensore con Frank Lowe e gli chiede come se nulla fosse “Che ne diresti di un pompino, Frank?”. Lui la squadra e le risponde “Ed io che ci guadagno?” (in originale, “So Frank, how about a blow job?” “What’s in it for me?”).
Non saprei che altro aggiungere, se non che amo questo lavoro.

mercoledì 6 aprile 2011

Criptolentinismo


Nel ’95 Eric Cantona, all’epoca al Manchester United, espulso durante una partita, fu insultato da un tifoso avversario. Scavalcò le transenne e gli dette un calcio volante in faccia. Fin qui è storia nota.
L’altra metà di questa edificante vicenda avvenne qualche settimana dopo, durante l’attesissima conferenza stampa. Cantona disse solo questa splendida e sibillina frase, in seguito analizzata come neppure i Rotoli del Mar Morto: Quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che verranno gettate in mare delle sardine.” Sottile e bastarda. I giornalisti inglesi probabilmente non sono ancora sicuri di averla capita.


Che bello se tutti i calciatori parlassero così.

martedì 5 aprile 2011

Lentinismo cancerogeno


La stand-up comedy, cioè i monologhi umoristici, raggiunge in America una dimensione di cattiveria che qui ci sogniamo (e che al massimo Luttazzi può tentare di copiare). In rete trovate una marea di spezzoni sottotitolati dei vari Chris Rock, Billy Connolly...
E naturalmente di Bill Hicks, il migliore. Cioè il peggiore. Capace di tessere l’elogio di fumo, alcool e droga di fronte all’America più politically correct. Capace di insultare DAVVERO tutto e tutti, con intelligenza lucida e feroce. La sua filosofia di vita? “It’s just a ride.” Se dovessi essere qualcun altro (e non potessi essere un certo allenatore portoghese), vorrei essere lui. Anche se nel mio caso questo comporterebbe essere già morto da tre anni.

(come bonus, un pezzo “antiecologista” di un altro grande, George Carlin)

giovedì 31 marzo 2011

Lentinismo di coccodrillo

A volte penso che valga la pena girare con un affare così scomodo per anni, sperando di essere rapinati, solo per poter dire una cosa del genere una volta nella vita.

lunedì 28 marzo 2011

Lentinismo sulla neve


Avevo sempre creduto che la distinzione dei corridori (fra il machismo testosteronico dei velocisti e la rassegnata serenità zen dei fondisti) valesse anche per lo sci. Sbagliavo. Tale Northug, fenomeno norvegese del fondo, nonostante quello che suppongo essere un affaticamento spaventoso, distrugge i rivali svedesi e piazza lì un arrivo infame, arrogante, antisportivo, scorretto verso il pubblico e i rivali: degno di finire qui, insomma.
Per chi non vuole sentire gli strilli norvegesi, andate direttamente a 1’50”.

mercoledì 16 marzo 2011

Lentinismo dal dischetto


Milanisti e romanisti ancora rabbrividiscono a sentire i nomi di Dudek e Grobbelaar, portieri capaci di fare i buffoni prima di un calcio di rigore per far saltare i nervi agli attaccanti.
Ma chi esagera rischia: la soddisfazione più grande è proprio umiliare qualcuno che l’ha fatta fuori dal vaso. 
L’attaccante di questo video ha tutta la mia stima. (Il campo in cui giocano no).

lunedì 14 marzo 2011

Lentinismo su ghiaccio


Gli Americani sanno sempre come si fa ad esagerare. Wayne Gretzky, considerato il più grande giocatore di hockey su ghiaccio della storia, giocava col numero 99. Quando ha chiuso la sua carriera, il suo numero non è stato ritirato dalla sua squadra, bensì da TUTTE le squadre che giocano nella NHL: come se tutta la serie A ritirasse il numero 10 in omaggio a un calciatore che smette. Al confronto, uno come Maldini è stato una meteora che non ha lasciato tracce.

mercoledì 9 marzo 2011

Lentinismo in carriera

Si può realizzare l’ossimoro di essere lentinisti e simpatici? Sì:

- se sei in un film degli anni ’80, quando un certo grado di tracotanza era persino incoraggiato
- se l’ascensore ti aiuta con un tempismo perfetto.
- se sei Harrison Ford


lunedì 7 marzo 2011

Lentinismo matto


Bobby Fischer è stato uno dei più grandi scacchisti di sempre. Divenne un eroe negli anni '70 per essere stato il primo americano a battere i grandi maestri sovietici. Ma con gli anni acuì la propria personalità eccentrica, conquistandosi affetto e stima con le sue dichiarazioni verso la propria religione d’origine (“Gli Ebrei sono dei bastardi, ladri e mentitori”), verso la propria patria (dopo l’11 settembre disse “Chi la fa l'aspetti, vale anche per gli Stati Uniti. Applaudo l'atto.”) e, mi sembra doveroso inserirlo oggi, verso il gentil sesso: "Le donne sono deboli, tutte le donne lo sono, e sono stupide se paragonate agli uomini, non dovrebbero giocare a scacchi. Contro un uomo perdono sempre, non esiste donna al mondo alla quale potrei dare un cavallo di vantaggio e non vincere egualmente". Buon 8 marzo!

giovedì 3 marzo 2011

Lentinismo egiziano


Per essere un difensore della democrazia, non mi pare stia mostrando molto rispetto per la forza del numero. Per come la vedo io, comunque, quel tizio è dalla parte della ragione A PRESCINDERE.

martedì 1 marzo 2011

Lentinismo romano

A volte l'atteggiamento più arrogante e derisorio sa nascondersi sotto una finta buona educazione, e addirittura sotto la piaggeria. Enrico Lucci riesce a dare del coglione a chiunque semplicemente ripetendone le parole: sarà quella voce, sarà l'accento, sarà la faccia che fa, ma più ti chiedi come mai gli intervistati non lo prendano a calci in culo, più capisci che sono troppo stupidi per capire cosa sta succedendo. 
Eccolo, ad esempio, mentre spara sulla Croce Rossa.




www.youtube.com/watch?v=Id0cVLKDbW0&feature=related

(Peccato per quegli effetti audio che ci aggiungono al montaggio.)

lunedì 28 febbraio 2011

Lentinismo olimpico


Mark Spitz si presenta da favorito alle Olimpiadi del ’68. È iscritto a 6 gare di nuoto, e ha la bella pensata di dichiarare ai giornalisti che le vincerà sicuramente tutte e sei. Ovviamente gli va male: nella gare inviduali vince un argento e un bronzo, e vince l’oro solo nelle due staffette. Mica poco, per carità, ma nulla a che fare con le presuntuose dichiarazioni iniziali.
Quattro anni dopo, alle Olimpiadi successive, dimostra di aver imparato la lezione di umiltà: stavolta si iscrive a sette gare e questa volta si presenta ai giornalisti dichiarando… che le vincerà tutte e sette. Partono le pernacchie.
Dopodiché vince sette ori (battendo ogni volta il record del mondo, tanto che c’è), quindi si ritira, a soli 22 anni. E zitti tutti.
Non male per uno nato in una città che si chiama “Modesto”.

venerdì 25 febbraio 2011

Lentinismo cinese


Sì, sei un’icona. 
Sì, quel giorno dell’89 hai sfidato i carri armati, li hai vinti, e nonostante non si sappia neppure il tuo nome, sei diventato uno dei simboli della lotta alla dittatura e un simbolo di ispirazione per tutta l’umanità. 
Sì, il tuo esempio rifulge per forza morale. 
Sì, va bene, sei un eroe.
Ma diciamocelo: cosa ti ha portato a pensare che quegli stessi carri armati, che il giorno prima avevano tranquillamente massacrato centinaia di ragazzi come te, non ti avrebbero investito? Cosa ti ha fatto credere che il carrista non avrebbe avuto il coraggio di spazzare via PROPRIO TE?
Onore al tuo immenso coraggio, ragazzo. Ma onore anche alla tua immensa presunzione!

giovedì 24 febbraio 2011

Lentinismo violinista


Di Paganini è rimasta famosa una frase “Paganini non ripete”, che sembra spocchiosa, ma in realtà è solo la dichiarazione di un grande improvvisatore che ogni volta suonava in modo diverso. 
Molto più lentinista è l’apparentemente umile frase “Se non studio per un giorno me ne accorgo io, se non studio per due giorni se ne accorge il pubblico”, che è come dire: sarò anche umano, ma comunque molto meno di voi. 
Tanto per chiarire.

mercoledì 23 febbraio 2011

Lentinismo al luppolo


I Mondiali di calcio del 1998 vedono un sorteggio sfortunatissimo per l’ordine pubblico: Tunisia-Inghilterra, a Marsiglia. Gli hooligan calano in massa, i Tunisini si alleano coi Marsigliesi (molti dei quali di origine nordafricana). Aggiungete la polizia, e potete immaginare il risultato: cariche, risse, bottiglie che volano, fumogeni, coltellate.
Durante questi due giorni di battaglia viene scattata la foto qui a fianco: mentre alle sue spalle c’è l’inferno, da cui chiunque di noi sarebbe fuggito a gambe levate, il nostro eroe trotterella via, preoccupato solo di non rovesciare le sue DUE pinte.
Vigliaccheria, egoismo, tirchiaggine: la foto diventa famosa come “green shirt mush”, e il tizio diventa, giustamente, un eroe.

lunedì 21 febbraio 2011

Lentinismo antartico


Cent’anni fa circa, i grandi esploratori competevano fra loro su chi piantava per primo la bandierina nei pochi luoghi ancora vergini. La spedizione guidata dall’inglese Falcon Scott salpò nel giugno del 1910 per arrivare al Polo Sud. Ci arrivarono un anno e mezzo dopo, dove però trovarono la bandiera norvegese di Amundsen, che li aveva preceduti di un mese abbondante. Immaginate con quale morale i cinque intrapresero il viaggio di ritorno, arrancando nella neve. Fame, freddo e stanchezza li stavano condannando. 
In particolare un certo Lawrence Oates, con un piede congelato, rallentava il gruppo, condannando gli altri.
Quando Oates capì di essere solo un peso, si alzò dalla tenda e come nulla fosse disse “I’m just going outside and maybe some time”, pressappoco “Esco fuori e ci sto un poco”, poi sparì per sempre nella tormenta.
(Mi piacerebbe dire che il suo sacrifico servì, ma la verità è che gli altri morirono di fame a pochi km da un enorme deposito di cibo.)
In effetti la solita scusa delle sigarette non sarebbe stata molto credibile.

venerdì 18 febbraio 2011

Lentinismo hollywoodiano


Michael Cimino rappresenta un percorso di carriera brillantemente lentinista. Esponente della nuova generazione di grandi registi americani anni ’70, più pazzo degli altri, lottò sempre per avere il controllo totale dei suoi film.
Realizzò così “Il cacciatore”, uno dei più grandi film di sempre, vincendo la sua scommessa, (e cinque oscar).
Ebbe finalmente carta bianca da parte della United Artist: girò così il film successivo, “I cancelli del cielo”, un altro filmone. Risultato? Il film venne demolito dalla critica, fu un tale flop che la casa di produzione, la United Artist, fallì, e la carriera di Cimino fu stroncata per sempre. Ineccepibile!

giovedì 17 febbraio 2011

Lentinismo sodomitico


Oscar Wilde faceva impazzire la Londra vittoriana: troppo brillante, troppo avanti, troppo finocchio per quella gente triste. Tentarono in tutti i modi di farlo tacere, finendo per processarlo per “immoralità”. Ovviamente Wilde si difese da solo, e alla grande, in nome dell’Arte. Li tirò così scemi che si attaccarono al reato di sodomia (!) per stroncarlo.
Ecco un esempio della sua linea difensiva:

ACCUSA: Lei ha letto "Il prete e il chierichetto"?

WILDE: Sì.

ACCUSA: Non dubita che quello fosse un racconto sconveniente?

WILDE: Dal punto di vista letterario era altamente sconveniente. Per uno che si occupi di letteratura è impossibile giudicarlo diversamente. Per "letteratura" intendo il trattamento, la scelta del tema e così via. Giudicai pessima la forma e pessimo il soggetto.

ACCUSA: Se non sbaglio lei è dell'idea che non esistano libri immorali.

WILDE: Infatti.

ACCUSA: Posso concludere che per lei "Il prete e il chierichetto" non era uno scritto immorale?

WILDE: Era peggio che immorale. Era scritto male.

martedì 15 febbraio 2011

Lentinismo antinazista

Il 9 agosto del 1942 si svolse quella che è passata alla storia come la Partita della Morte. Avete presente Fuga per la Vittoria? Ecco, il film è ispirato a quella partita, con alcune differenze: prima di tutto si svolse a Kiev, fra calciatori locali, riuniti in una squadra chiamata Start, e ufficiali tedeschi. Secondo, i Tedeschi si fecero vivi nell’intervallo (erano sotto) e furono chiari: o perdete la partita, o vi fuciliamo. Terzo, la partita non finì in un pareggio: i giocatori della Start, nonostante la minaccia, vinsero facendone cinque. Infine, i giocatori non riuscirono a fuggire, come nel film, ma nei giorni successivi furono quasi tutti catturati, torturati da quei mattacchioni dei nazisti e trucidati. Chissà cosa gli è passato per la testa per portarli a vincere quella partita nonostante la minaccia: orgoglio nazionale, smania di vittoria costi quel che costi o che. Ma di certo immagino, al momento della fucilazione, QUEL ghigno sulla loro faccia: “potete fucilarci quanto vi pare, ma resta il fatto che vi abbiamo fatto cinque pere!”

lunedì 14 febbraio 2011

Lentinismo ministeriale


So che si sfiora la perversione, ma Brunetta mi è simpatico. Sarà quell’atteggiamento incalzante e aggressivo, sarà quel ghigno orrendo, sarà che mi sembra capace di ridere di sé, sarà come tratta la Bignardi, una che si merita di intervistare giusto gente come Jovanotti e Fabio Volo.



mercoledì 2 febbraio 2011

Lentinismo zingaro


Una decina di anni fa l'Ajax comprò un promettente attaccante di neppure 20 anni.
Il giovanotto si presentò ai compagni di spogliatoio in punta di piedi. 

“Ciao, io sono Zlatan. E voi chi cazzo siete?” 

Chissà se gioca ancora, e in che squadra.

martedì 1 febbraio 2011

Lentinismo della Magliana


L’avvocato Carlo Taormina non è proprio il mio idolo: ha difeso gli ufficiali nel processo Ustica, Andreotti, Priebke, Craxi, Freda, Muccioli… Quando in un processo per pedofilia ha difeso gli interessi dei bambini, quasi tifavo per i pedofili.
Ma in questo breve video dimostra di avere le palle in titanio. Voglio dire, immaginate di fronteggiare in aula non un qualunque delinquente ma Maurizio Abbatino, l’ultimo boss della banda della Magliana, cioè Il Freddo di Romanzo Criminale, che minaccia esplicitamente di spararvi, come reagireste? Avreste l’arroganza di dargli pure una risposta sarcastica, come fa lui?


(Il dialogo fra i due gentiluomini è proseguito così: "Sarei disposto ad eseguirla io stesso. Sta succedendo qualcosa alla mia famiglia". Taormina: "E che m'importa a me della sua famiglia?". "Neanche a me frega niente di lei, avvocato". Auguri, Taormì!)

lunedì 31 gennaio 2011

Lentinismo gerarchico


Aldo Cernuto è uno dei creativi più premiati d’Italia, con in carriera alcuni risultati quasi irrilevanti (una mezza dozzina di leoni di Cannes) ed alcuni ben più prestigiosi (è stato il mio capo per quattro anni, cosa per cui nella foto sta ricevendo le congratulazioni di un oscuro uomo politico russo).
Durante una presentazione interna, in uno di quelli che i diplomatici chiamano “franchi confronti”, sosteneva che una mia proposta fosse sbagliata.
Io: è giusta.
Lui: è sbagliata.
Io, acidissimo: inutile che ne discutiamo. Non mi devi convincere, il capo sei tu, quindi decidi tu. Ma resta giusta.
Lui, serafico: se sono il tuo capo, è perché io capisco che è sbagliata, e tu no.

Chapeau.

(Comunque era giusta, fidatevi.)

venerdì 28 gennaio 2011

Lentinismo bollywoodiano


Il cinema indiano ha una lodevole tendenza all’esagerazione e alla megalomania, al di là di estetica e buon senso. Però diciamocelo, certi balletti fanno ridere per i primi trenta secondi, ma stufano presto. Se però ci aggiungiamo un po’ di tecnologia, il risultato è questo qui: il film "Robot", ovvero Terminator + Matrix elevato al cubo, dove ogni dieci secondi pensi “e ora cos’accidenti si inventano?”







Guardatene solo l'inizio. Vediamo se riuscite a non spararvi tutta la clip.



martedì 25 gennaio 2011

Lentinismo maggiorato


Probabilmente, vista la caratura del soggetto, è stato un caso di lentinismo involontario.
Ma resta fantastica nello spirito la dichiarazione di Valeria Marini, quando nel 2009 uscirono sue foto di con evidenti problemi di cellulite: “Fisicamente sono in gran forma, non ho un filo di grasso, le foto che mi hanno scattato in spiaggia sono state appositamente ritoccate!”.

mercoledì 19 gennaio 2011

Lentinismo sessantottino

Qualcuno considera come inizio del '68 la cosiddetta battaglia di Valle Giulia: quando, cioè, per la prima volta gli studenti, invece di prenderle dalla polizia come sempre, contrattaccarono efficacemente.
Il fatto destò grande scalpore. 
Pasolini, intellettuale di sinistra, pubblicò una poesia, "Il PCI ai giovani", in cui fra le varie cose scriveva 
"Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano (come ancora si dice nel linguaggio goliardico) il culo. Io no, cari. Avete facce di figli di papà. Vi odio come odio i vostri papà." 
"A Valle Giulia, ieri, si è così avuto un frammento di lotta di classe: e voi, cari (benché dalla parte della ragione) eravate i ricchi, mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto) erano i poveri."

Al di là dell'opinione su quei versi, che reputo comunque molto lucidi, trovo notevole il coraggio che Pasolini mostrò andando DAVVERO controcorrente (parola molto abusata): la sinistra, manco a dirlo, si imbufalì. 
E chissà quanto furono felici i poliziotti nell'essere difesi da un poeta frocio e comunista.

martedì 18 gennaio 2011

Lentinismo vocale


Forse non tutti sanno che la famosa voce fuori campo degli spot Barilla è stata in passato anche una cantante. Scherzi a parte, per Mina fu scritta la canzone più lentinista di tutti i tempi. Una canzone dalle parole in fondo stupide, che magnificano le sue doti vocali, resa comunque splendida dal modo in cui la esegue. Una dichiarazione oggettivamente molto presuntuosa, che però si rivela del tutto inattaccabile nel momento in cui viene fatta: praticamente una tautologia interpretativa.
Rigodetevi (live!) questa geniale sbruffonata, che ha come unica pecca l’aver generato una pletora di tentativi di imitazione. Mentre Mina si permette, a 1’53”, un delizioso sguardo annoiato da se stessa: “che ci posso fare se sono così brava?”


Ah, per la cronaca: qui aveva 26 anni.

venerdì 14 gennaio 2011

Lentinismo finanziario


Si può avere un atteggiamento lentinista senza fare sostanzialmente nulla? Si può, se si ha a che fare con Stefano Salvi, il fastidiosissimo “vice Gabibbo” che anni inseguiva vari personaggi con interviste al limite della molestia, provocando spesso reazioni violente (famoso un “non rompa i coglioni a me” di Montanelli).
Si può, soprattutto, se si è Enrico Cuccia, cioè il potentissimo custode della finanza italiana per mezzo secolo, un incrocio fra Andreotti, Fu Manchu e la Sfinge.
Godetevi questa strepitosa intervista (?), qui ripresa dai titoli di testa di un film. Purtroppo manca il finale, in cui Cuccia arriva in ufficio e due robusti uscieri si prendono prontamente cura di Salvi.



Poi per carità: molte domande meritavano certamente una risposta. Ma a livello di stile, Cuccia l’ha annichilito, superbamente inaccessibile.



martedì 11 gennaio 2011

Lentinismo live


Uomini della security che se la prendono col pubblico? Troppi.
Cantanti che se la prendono col pubblico? Tanti.
Uomini della security che se la prendono coi cantanti? Pochissimi.
Ma credo ce ne sia stato uno solo che non si è fatto problemi a prendere a calci e pugni un’icona del rock, gridandogli pure di tutto. 
Della serie: non m’importa chi sei, io massacro pure te.

Saltate pure i primi due minuti del video.


Sento che a un certo momento gli ha pure detto "sparati".

lunedì 10 gennaio 2011

Lentinismo cestistico


Nei film e telefilm americani le partite di basket finiscono sempre allo stesso modo, con il punteggio deciso all’ultimo tiro scoccato all’ultimo secondo, e la palla che gira sull’anello del canestro per mezz’ora. Per fortuna in realtà il canestro è uno sport che regala vittorie molto più lentiniste. 
Nel 1991, ad esempio, i Chicago Bulls demolirono i Detroit Pistons. I Pistons, detti “bad boys” per il loro gioco molto muscolare e aggressivo, avevano vinto i precedenti due titoli, ogni volta stroncando i Bulls sul cammino. Ma quell’anno segnò la svolta: Michael Jordan e i suoi compagni erano ormai maturi (di lì a poco avrebbero vinto il primo dei loro tre titoli di fila), e si liberarono della loro bestia nera con un netto 4-0. Nell’ultima gara li umiliarono al punto che i Pistons lasciarono il campo alcuni secondi PRIMA della fine, pur di non stringere la mano ai vincitori: a Roma si dice “rosicare”. Altro che canestro all’ultimo secondo, quella sì che è una vittoria.


La scena comincia a 3’05”